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Domenica 28 Aprile 2024
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Palazzo Soliano

Orvieto (TR) - Frutto di una storia di edificazione articolata e di importanti restauri, il monumentale Palazzo Soliano racconta con il suo aspetto l’evoluzione dell’arte orvietana e l’influenza della Fabbrica Duomo sulle vicissitudini della città.

Il palazzo sorge sul lato sud della piazza e viene anche denominato Palazzo del Papa o di Bonifacio VIII, sembra, infatti, che l’edificio sia stato voluto dal pontefice o che sia stato dedicato a lui dalla cittadinanza come ringraziamento per aver liberato Orvieto dall’interdetto e da una grossa multa dovuta ad Acquapendente.

La storia della costruzione e gli interventi successivi
L’edificazione iniziò nel 1297, ma già nel 1307 fu interrotta quando le mura erano in via di ultimazione. La costruzione continuò solo nel 1330 quando l’Opera del Duomo prese in mano le sorti del cantiere della cattedrale inserendo il Palazzo Soliano nei lavori della Fabbrica.
E alla stessa Fabbrica è dovuta la prima destinazione d’uso dell’edificio che svolse la funzione di magazzino-laboratorio e divenne la sede delle botteghe artigiane coinvolte nei lavori del cantiere.

Nei secoli successivi il palazzo subì ulteriori interventi costruttivi. Il primo nel XVI secolo per volere di Paolo III Farnese, l’ultimo sul finire dell’’800 per opera dell’architetto orvietano Paolo Zampi fautore di una ripresa degli elementi gotici che caratterizza l’architettura orvietana dell’epoca.

La struttura interna e l’aspetto attuale di Palazzo Soliano
Il Palazzo Soliano, che oggi ospita la sezione barocca e rinascimentale del Museo del Opera del Duomo, è costituito da due ampi saloni sovrapposti. Quello al pianterreno si caratterizza per la presenza di una fila di sei archi a tutto sesto che suddividono lo spazio in due aree.
La volta del salone è botte ribassata, ma sia il soffitto che gli archi sorretti da alti pilastri tendono ad accentuare il senso di verticalità dando all’ambiente un aspetto più slanciato rispetto a quello osservabile nei saloni degli altri tre Palazzi Papali (Palazzo di urbano IV, Palazzo di Gregorio X e Palazzo di Martino IV).

La sala al piano superiore è adornata da una serie di trifore in cui si rileva la presenza di accorgimenti propri dell’architettura senese che in quel periodo influenzò sensibilmente la realizzazione dello stesso Duomo. L’ultima serie di finestre è frutto invece di un restauro successivo. Ciò che caratterizza maggiormente l’estetica esterna del palazzo è senz’altro la monumentale scalata che collega il salone del pianterreno con il secondo piano.

La scalata, sostenuta da due archi rampanti, si avvolge sul perimetro esterno dell’edificio e termina con una loggia. Sotto quest’ultima tre arcate a tutto sesto custodiscono un interessante lapidarium che comprende alcuni reperti romani rinvenuti nelle aree attraversate dalla via Traiana Nova e dalla via Cassia, tra cui tre arche, cippi militari e la statua acefala nota come Venere di Pagliano.

Nella sola piazza del Duomo, dunque, con la maestosa cattedrale e il ricco complesso museale che ad essa fa da corollario, il visitatore ha l’opportunità di calarsi totalmente nella storia della città di Orvieto e del territorio circostante, una storia che è crocevia di popoli, epoche e ispirazioni artistiche diverse.

[Fonte: Umbria OnLine]

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