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Giovedì 25 Aprile 2024
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Rocca Paolina

Perugia (PG) - Perugia (PG) - La Rocca Paolina. Antica fortezza che si impose sul Colle Landone, sovrapponendosi al quartiere medievale della famiglia dei Baglioni, formato da strutture due -trecentesche e dalle case e dalle torri fatte erigere nel 1436 da Malatesta Baglioni sulle abitazioni, spianate, dei rivali Guidalotti.
La costruzione della Rocca fu decisa nel 1540, dopo la "Guerra del Sale", cui seguì l'inserimento di Perugia nello Stato della Chiesa. Papa Paolo III Farnese ne volle la costruzione  per affermare il potere pontificio "contro" la città.
Realizzata fra il 1540 ed il 1543 su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, modificato poi in corso d'opera e condotto dal 1542, da Bastiano da Sangallo detto l'Aristotile e da Galeazzo Alessi, la Rocca si componeva di una fortezza rettangolare sul colle Landone, dotata di baluardi e collegata da un lungo "corridore" alla tenaglia posta a sud, in basso, protesa verso S.Giuliana, il cui borgo fu spianato. Come la coda di uno scorpione, questa tenaglia avrebbe dovuto "uccidere" la testa se fosse caduta. La costruzione dell'opera fortificata comportò lo spostamento del fastigio della porta Marzia, inglobata nelle mura, e altre cospicue demolizioni: oltre al già citato quartiere Baglioni, le cui strutture furono utilizzate come fondamenta, la chiesa di San Paolo, la chiesa e il convento di Santa Maria dei Servi, la chiesa superiore di S.Ercolano, nonchè trecento case e ventisei torri.
In parte distrutta  nel 1848, ricostruita nel 1860 per volere di papa Pio IX, la Rocca fu abbattuta definitivamente in quello stesso anno dopo l'annessione al Regno d'Italia.
Con le strutture andarono perdute anche le opere d'arte che decoravano la residenza gentilizia (tra le quali gli affreschi eseguiti da Cristoforo Gherardi, Raffaellino del Colle, Vasari e Dono Doni).
Oggi, dopo la distruzione della Rocca nel 1860 e la rimozione delle macerie iniziata nel 1932 e conclusa nel 1965, questa "città sotterranea" offre uno spettacolo unico e affascinante. I suoi grandi spazi sono utilizzati, durante l'anno, per diverse manifestazioni culturali.
Dalla Rocca Paolina si accede direttamente e comodamente al centro di Perugia, con gli splendidi Palazzi e la bella fontana in fondo a Corso Vannucci .

ll percorso all'interno della Rocca può esser fatto cominciare dalla Via Bagliiona (il toponimo è moderno) che prende inizio dalla porta Marzia.
La via sotterranea, che con percorso nell'ultimo tratto meccanizzato conduce a Piazza Italia, si svolge entro le sostruzioni della Rocca Paolina innestate nel tessuto urbano del quartiere dei Baglioni, con rilevanti resti delle strutture abitative e viarie che formano un contesto di inconsueta qualità ambientale e interessantissimo per le stratificazioni storiche.
All'ingresso si ha a destra il piano terreno della duecentesca casa di Gentile Baglioni con torre dal fusto intatto; dietro, una casa medievale con i fondachi e le finestre aperte sulla strada; pochi gradini a sinistra conducono in un vano imponente, dove strutture medievali si fondono con le aggiunte cinquecentesche e i poderosi piloni ottocenteschi. Girando a destra oltre la torre, rilevanti resti etruschi (forse il muro di controscarpa della porta Marzia). Ripresa la via Bagliona, si ha di fronte l'accesso alle cannoniere della Fortezza (ora adibite a spazio espositivo). Poco oltre, a destra è l'imbocco della via dei Sellari, che anticamente saliva verso il centro di Perugia e, biforcandosi, portava alla chiesa di S. Ercolano: il pavimento in laterizio è in gran parte quello originario. Si giunge a un trivio, dove si trovano altri ambienti ben conservati, parti di torri, negozi e un pozzo dell'isolato di Ridolfo e Braccio Baglioni. A sinistra, la rampa della scala mobile che conduce in piazza Partigiani; giunti all'ultima rampa della scala mobile, si osserva un arcone con porta che dà su un piccolo ambiente voltato, corrispondente al vicolo sottostante all'ex chiesa di S. Paolo; a destra, a ridosso della scala, la torre della casa di Malatesta già rivolta alla piazza di S. Maria dei Servi. Da qui scendeva ripida la strada per l'arco di S. Vito, una delle porte della cinta etrusca i cui stipiti dovrebbero trovarsi ancora all'interno dei bastioni.

[Fonte: Umbria OnLine]

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