Perugia (PG) - Il Monastero, detto di Santa Caterina Vecchia, posto fuori Porta Sant'Angelo, risale al XIII secolo.
La chiesa e il monastero vennero ristrutturati verso la metà del Cinquecento su disegno dell'architetto Galeazzo Alessi, a spese del monastero di Santa Giuliana che ne fu proprietario fino al 1647. La Chiesa è abbellita da quadri di Benedetto Bandiera (XVI secolo) e di Pompeo Batini (XVIII secolo). Nella Cappella interna del Carmine si conserva una Via Crucis (1736) con didascalie in latino e spagnolo.
Da qui le Monache dovettero andarsene nel 1643 e vennero ospitate prima a San Francesco delle Donne e poi a Santa Maddalena. Le monache decisero allora di acquistare il monastero attuale dalle Cistercensi di Santa Giuliana. Furono fatti ingenti lavori di ampliamento e di restauro che terminarono nel 1649.
Il complesso fu all'inizio del secolo in parte ridotto a stabilimento per la produzione di fiammiferi, quindi restituito all'uso monastico per le suore benedettine.
Dal 1846 Santa Caterina è rimasto l'unico Monastero Benedettino femminile della città.
Al monastero è annessa una foresteria utilizzata per accogliere i familiari delle monache.
Le Monache si dedicano, nella loro clausura per onorare il motto "Ora et labora", oltre alla preghiera, anche ai lavori di cucito e ricamo. Su commissione realizzano corredi, tovaglie, tende e ricamano abiti talari e stole.