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Giovedì 25 Aprile 2024
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Basilica di San Pietro

Perugia (PG) - Il complesso benedettino della Basilica di San Pietro fu fondato, secondo la tradizione per volontà del nobile Pietro Vincioli, alla fine del X secolo su un'area cimiteriale etrusco-romana e su un preesistente tempio paleocristiano che alcuni identificano con la primitiva cattedrale perugina.

Il monastero (oggi sede della Facoltà di Agraria) che incorpora la basilica di cui sono ancora riconoscibili le strutture primitive, è l'esito di più fasi costruttive protrattesi dal Medioevo al Settecento.

Il cortile d'ingresso, costruito nel 1614 da Valentino Martelli e Lorenzo Petrozzi, è dominato dal possente campanile, dodecagonale fino al giro di beccatelli, poi esagonale con alte bifore gotiche e una trabeazione rinascimentale sulla quale si alza la slanciata cuspide, che sovrappone forme di epoche diverse.

Nel lato del cortile, opposto a quello dell'ingresso, è l'entrata all'ex-convento. In fondo, al lato sinistro, si trova un ricco portale che dà accesso alla basilica: nella lunetta Madonna con due Angeli di Giannicola di Paolo. A destra dell'ingresso sono visibili i resti del primitivo torrione di base in pietra sbozzata del campanile, identico a quello raffigurato da Benedetto Bonfigli nella Traslazione del corpo di Sant'Ercolano alla Chiesa di San Pietro, nell'ex-cappella dei Priori.

L’interno della basilica è a tre navate divise da 18 antiche colonne sormontate da capitelli ionici di tarda età imperiale; l'originaria struttura medievale si coniuga con la ricchezza dell'intervento decorativo eseguito tra la metà del '500 e l'inizio del '600, che connota vigorosamente la semplice architettura originaria.

La navata mediana, presenta un ricco soffitto ligneo a cassettoni intagliati, dorati e colorati (1564). Alle pareti, 10 grandi tele dell'Aliense (1592-94) aventi per tema scene della vita di Cristo.

Lungo le navate destra e sinistra, numerose opere tra le quali tele di Ventura Salimbeni, del Sassoferrato, di Giovanni Lanfranco, di Guido Reni, del Guercino, del Vasari; nella cappella Vibi, all'altare, tabernacolo marmoreo attribuito a Mino da Fiesole (1473) con Gesù Bambino benedicente fra quattro angeli e i Ss. Battista e Girolamo; nella cappella di S. Sebastiano, quattro corali con miniature di Pierantonio di Niccolò del Pocciolo (1471), Giacomo Caporali (1475), Giovanni e Francesco Boccardi (1517-18).

Nel Presbiterio, la conca absidale originaria, a pianta semicircolare, venne abbattuta nel sec. XIV dopo l'arcone della navata centrale, per far posto al grande vano, con volte e costoloni gotici, dove furono collocati i due organi, il coro e l'altare maggiore, rifatto con marmi preziosi e pietre dure da Valentino Martelli (1592-1608); ai lati del presbiterio, seggi intagliati di Benedetto di Giovanni e Benvenuto da Brescia (1555-56).

Il coro ligneo, nobilissimo per eleganza e finezza dell'intaglio e delle tarsie, iniziato nel 1526 da Bernardino Antonibi con la collaborazione di Nicola di Stefano da Bologna, fu ripreso nel 1535 da Stefano Zambelli con aiuti.

La porta nel fondo ha quattro tarsie di fra' Damiano da Bergamo (1536); essa dà su una loggetta, sporgentesi come sospesa nello spazio. In sagrestia, alla parete d'ingresso, cinque quadretti (S. Costanzo, S. Pietro abate, S. Ercolano, S. Placido, S. Scolastica) del Perugino, già nella predella della tavola dell'Ascensione dello stesso (1496), una delle sue opere migliori, asportata dai Francesi e ora al Museo di Lione.

Per quanto riguarda il Convento, con accesso dal cortile d'ingresso, si visita il rinascimentale Chiostro Maggiore. Alla parete opposta all'ingresso si trova il portale d'accesso alla Sala Capitolare, ora Biblioteca della Facoltà di Agraria. A destra di essa, un breve atrio conduce al Refettorio, oggi Aula Magna della Facoltà. Dal vestibolo del refettorio si può passare nel Chiostro Minore o delle Stelle, progettato dall'architetto perugino Galeazzo Alessi nel 1571.

Nell'antica peschiera dei monaci è stato istitutito un Orto Botanico Medievale (vedi), che illustra simbolismi e modi di pensare dell'epoca.

 

[Fonte: Umbria OnLine]

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